"Senectus morbus ipsa est" (′La senilità è essa stessa una malattia′): con queste parole già due secoli prima di Cristo, Publio Terenzio Afro, commediografo dell′antica Roma, identificava la ′terza età′ come una tale fonte di acciacchi e malanni da rendere questo periodo della vita, nel suo complesso, come un vero e proprio morbo in sè e per sè. Il miglioramento delle condizioni di vita nel mondo occidentale hanno allungato - e di molto - la vita delle persone. Tuttavia questo invecchiamento della popolazione si è accompagnato ad un aumento esponenziale di problemi di salute che richiedono delle risposte superspecialistiche. Sicuramente il passare degli anni, con le malattie fisiche che abbastanza inevitabilemente l′accompagnano e l′invecchiamento del sistema nervoso, anche quando è fisiologico, riducono di molto l′efficienza psichica ed esistenziale della maggior parte delle persone. É per questo che si è andata strutturando una nuova area medica super-specialistica, la psicogeriatria, che si occupa di affrontare i problemi psichici e di comportamento legati alla terza età. In effetti in questo ambito occorrono sia competenze di tipo psichiatrico/psicologico che dell′ambito neurologico ed internistico.
Fino a 40 anni fa, psichiatria e neurologia erano un′unica scuola di specializzazione, la Neuropsichiatria, poi, l′aumento enorme delle conoscenze e anche altre ragioni, hanno portato a farne due discipline distinte. Questo è stato funzionale all′approfondimento scientifico di ciascuna delle due materie ma anche ha portato gli specialisti di ciascuna delle due a non avere più una sufficiente conoscenza di quella che non era la disciplina nella quale si erano specializzati.
La formazione del sottoscritto, nata dalla consapevolezza che mente e cervello sono un binomio inscindibile, è perciò stata da sempre orientata all′approfondimento sia della materia psichiatrica e della psicoterapia che della neurologia e delle patologie internistiche. "Ars longa, vita brevis" (′L′Arte e′ lunga e la vita è breve′) diceva già Ippocrate, padre della Medicina nel quarto secolo a.C. e questo vale ancor di piu′ oggi, comportando che, necessariamente, riuscire ad avere competenze in entrambe queste due materie ha richiesto un lungo percorso formativo, che poi si e′ concretizzato nello svolgere attivita′ clinica per 15 anni in ambito psichiatrico e poi per 15 anni in ambito neurologico, sempre in ospedale a Niguarda.
Premesso quanto sopra, lo sbocco del sottoscritto verso la psicogeriatria è stato, a quel punto, breve e del tutto naturale. Per questo ho svolto per diversi anni, come consulente, una parte della mia attivita′ presso un Istituto geriatrico di primaria importanza di Milano, cioè una residenza per anziani e/o disabili, e, sempre per questo, nell′ambito di uno storico e importante studio associato di Milano, svolgo attività come consulente anche per la psicogeriatria. Naturalmente - e con piacere - mi occupo di problemi di persone ′attempate′ anche nel mio studio. Occuparsi di psicogeriatria richiede certamente, come ho detto, competenze mediche ad ampio raggio ma, ancor piu′ che in altri ambiti, occorre avere un approccio particolarmente affettivo ed empatico nei confronti di questi pazienti così fragili e anche la disponibilià - che offro volentieri - di visitarli al domicilio quando, come spesso accade in ragione delle limitazioni fisiche al muoversi, non possano uscire di casa.