29-05-2025

OBESITÀ: UN DISTURBO DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE DALLE DIMENSIONI EPIDEMICHE.

UN APPROCCIO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE PER LA MODIFICA DEL COMPORTAMENTO INSIEME A SEMAGLUTIDE PUÒ RISOLVERE IL PROBLEMA

L'obesità e il sovrappeso significativo rappresentano disturbi che compromettono silenziosamente la salute della nostra società. Questa problematica non è esclusiva dei tempi moderni; è ben documentata fin dall'antichità, come dimostrano le immagini rinvenute in antichi monumenti che evidenziano sia la sua presenza storica sia le sue conseguenze sulla salute.

Spesso, l'obesità è minimizzata o, in modo più frequente, viene presentata in una luce consolatoria, sostenuta dai media e da alcuni professionisti della salute, che affermano che "il sovrappeso va accettato". Questa visione è errata. Un individuo non dovrebbe accettare una condizione che deriva da scelte comportamentali e porta a conseguenze negative, come se fosse una malattia inevitabile. I comportamenti possono essere cambiati: tutto dipende dalla consapevolezza e dalle decisioni che prendiamo.

Se si fuma, non si può essere sorpresi dalla diagnosi di cancro ai polmoni; se si consumano eccessive quantità di alcol, non ci si può stupire per un epatocarcinoma o un tumore al pancreas. Analogamente, chi mangia in modo eccessivo e sviluppa obesità non dovrebbe meravigliarsi delle difficoltà sociali, come l'imbarazzo nel mettersi in costume o la necessità di indossare abiti larghi per nascondere il problema. Le conseguenze fisiche, come l'ipertensione, gli eventi vascolari, il diabete o l'usura precoce delle articolazioni, possono portare a interventi chirurgici come le protesi d'anca o di ginocchio o di ernia lombosacrale.

Si è perso di vista il concetto fondamentale che alimentarsi è essenziale per mantenere l'efficienza del nostro organismo. La natura ci ha dotato del senso del gusto per stimolarci a cercare cibo, e, a livello fisico, siamo progettati per funzionare con un minimo apporto calorico. Quando l'uomo è apparso sulla Terra, il cibo era scarso e difficile da reperire, motivo per cui abbiamo sviluppato un metabolismo molto efficiente. Con l'evoluzione del nostro sistema nervoso, in particolare i lobi frontali, abbiamo acquisito capacità che ci hanno portato a dominare il nostro ambiente e ad avere accesso a grandi quantità di cibo.

Tuttavia, questa evoluzione ha creato anche numerosi problemi, tra cui quelli ambientali e relazionali, e ci ha allontanato dalla nostra consapevolezza istintuale. Anche per quanto concerne un'altra importante parte istintuale -la sessualità- a differenza di quanto avviene nel regno animale, ha perso il suo legame con la riproduzione, portando a eccessi che influenzano negativamente le relazioni interpersonali e l′equilibrio psicofisico, così come accade per l'alimentazione.

Nella nostra specie, il vero scopo degli istinti, sia sessuale che alimentare, è andato perso, a differenza degli animali che si nutrono solo fino a sazietà. Sebbene esistano animali di grandi dimensioni, come gli elefanti, essi rimangono normopeso per la loro specie. Al contrario, nella nostra società, l'obesità è raramente attribuibile a disfunzioni metaboliche, se non in alcuni casi specifici.

Per prevenire le gravi conseguenze associate all'obesità, è fondamentale adottare un piano di modifica delle abitudini alimentari e dello stile di vita, integrato con un approccio psicoterapico di tipo cognitivo-comportamentale. L'assunzione di semaglutide, un farmaco che simula l'azione di un ormone naturale, il glucagone, può rivelarsi estremamente utile nel favorire la sensazione di sazietà e nel raggiungimento di obiettivi di salute. Se si presentano anche condizioni di ansia o depressione, è essenziale trattarle, poiché spesso contribuiscono al sovrappeso.